Si avvicina la notte dell’ultimo sabato di ottobre, in cui si riportano le lancette dell’orologio un’ora indietro per il ritorno all’ora solare (peraltro, il Parlamento Europeo ha abolito – con effetto dal 2021 – l’alternanza di ora legale e ora solare, per cui ogni Paese sarà chiamato a scegliere quale dei due “fusi orari” adottare, per tutto l’anno).
Sebbene il passaggio all’ora legale in primavera sia più “traumatico” per la necessità di svegliarsi un’ora prima, anche il ritorno all’ora solare – generalmente meglio tollerato – può risultare difficoltoso per bambini con disturbi del sonno.
Infatti, se in casi normali è sufficiente spostare le routine del sonno a poco a poco (in ottobre, infatti, la difficoltà sta nell’andare a dormire “troppo presto”), anche un evento come il cambio dell’ora può risultare problematico per un bambino con disturbi del sonno.
Se un bambino mostra sempre difficoltà a prendere sonno o a svegliarsi, frequenti risvegli notturni e altri disturbi del sonno, una volta esclusi possibili disturbi fisici (per esempio disturbi della digestione) come causa, è possibile affrontare con il pediatra il discorso di una terapia farmacologica per i disturbi del sonno nei bambini.
Fino al 2012, il farmaco per i disturbi del sonno in età pediatrica era il Nopron. In quell’anno, però, l’AIC (autorizzazione all’immissione in commercio) del Nopron sciroppo pediatrico è stata revocata non per rischi connessi al suo impiego, ma perché la casa farmaceutica produttrice ha terminato il contratto di licenza.
Questo fa sì che il Nopron, o per meglio dire il suo principio attivo Niaprazina, possa ancora essere prescritto e allestito sotto forma di preparazione magistrale da una farmacia galenica (importante: la ricetta medica deve riportare la dicitura Niaprazina, e non Nopron!).